• Se andassi su un’isola deserta e potessi portare con te un solo libro…

    Circa una settimana fa, mio padre se ne è uscito col gioco della top ten dei film della propria vita, e sta riscuotendo molto successo tra familiari, amici… e familiari degli amici. Bisogna sceglierne rigorosamente non meno di dieci e non più di dieci titoli, e vi posso assicurare che, se provate a giocare, è davvero difficile! Il limite appare stringente e i più sono destinati a svariati ripensamenti.

    Noi ce ne andiamo davvero su un'”isola deserta”, e il limite di peso delle nostre valige è di soli 30 kg; nemmeno oso pensare a quella di Ross, ma anche se non ho altrettanti vestiti dovrò fare un’ulteriore selezione della pila che ho già ammucchiato sul “tavolo dell’Australia”.

    Come sempre per me, c’è più saggistica che narrativa, perlopiù cinematografica… Dovrò cassare i più tecnici e magari tenermi soltanto Story, l’amico dei giovani filmmaker Swimming Upstream e magari un dizionarietto dei modi di dire sul set in inglese. Uno sull’Australia, In un paese bruciato dal sole, che temo ci farà venire molta più voglia di esplorare il continente di quanto abbiamo in progetto di fare nei primi mesi. E finalmente Shibumi, che devo leggere per l’amico Ubaldo, che ha azzeccato i miei gusti appena conosciuti; qualche Wodehouse che ancora mi manchi; Una vita non basta, dell’amico Luciano Minerva, ispirato dal polpo Paul, che ha segnato un periodo della vita di entrambi… infine, un paio di manuali di coreano: solo oggi ho scoperto che avrei motivo di tornare in quello splendido paese quest’estate, come se non ci fosse già abbastanza carne sul fuoco.

    Ed anche solo questi mi paiono troppi. È proprio vero che le donne sono più pragmatiche degli uomini: Rossana si è presa –e per la precisione ha fatto prendere a me per lei– un comodissimo Kindle.