• La peggior carbonara della mia vita

    Questo articolo è apparso sul sito del Carbonara Club alla pagina La carbonara australiana? Keep calm e meglio di no, con una introduzione del Presidente, Stefano Belli.

     

    Non ho scuse, perché lo sapevo già, ma nemmeno rimpianti, perché dovevo provare di persona: stasera ho mangiato in assoluto la peggior carbonara della mia vita!

    C’è da dire che sono a Melbourne, in Australia, per cui nessuno davvero si aspetta di ritrovare la tradizione o la sapienza nazionali, persino in un ristorante italiano, ma le usuali critiche che potrebbero venire in mente a un carbonauta nostrano, da una cottura della pasta imperfetta alla presenza più o meno copiosa di “frittata”, sono davvero poca cosa rispetto alle “scelte” cui ho assistito qui. (Perdonali, perché non sanno quello che fanno!)

    Lo sapevo, dicevo, già recandomi al ristorante –che, per pietà di questi incoscienti, eviterò di nominare, limitandomi a fornire il vago contesto geografico di Williamstown, sobborgo a sud-ovest di Melbourne– e una seconda volta alla lettura del menù, che dettagliava –quasi esaustivamente– lo scempio che vado a raccontarvi, e di cui le mie foto non riescono a rendere che un parziale simulacro.

    A parte la cottura della pasta appena passabile, lontana da un dente e figuriamoci un chiodo, quella della pancetta (non guanciale) è decisamente discutibile: per nulla croccante, mi chiedo se sia stata cotta oppure soltanto “scaldata”.

    A rinforzare il piatto, aglio e cipolle. In Italia si escludono a vicenda, e né l’uno né le altre vanno sul nostro piatto preferito. Nemmeno l’eresia dei “cipollisti”, per chi proprio vuole una carbonara un po’ più dolce, arriverebbe poi a contemplare l’uso di cipolle verdi!

    Di pepe nero nemmeno tracce, ma guarnisce il piatto una bella spolverata… di peperoncino rosso! (Che però, c’è da dire, vedo anche su tutti i piatti dei miei commensali.)

    Il cameriere passa cortesemente ad offrirci del parmigiano, da lui grattugiato espresso per l’occasione; dapprima rifiuto, non trattandosi di pecorino, ma mentre serve i miei amici mi ricordo che sto facendo fatica a deglutire, così chiedo di poter cambiare idea, nella speranza di addolcire la medicina. Mi aiuto anche con del pepe nero, ovviamente in polvere, che è casualmente sulla tavola; nemmeno questo, però, può fare molto contro il disastro.

    Ma tutto ciò è niente in confronto alle uova. Il problema per una volta non è la frittata bensì il dubbio: ci saranno uova in questo piatto? Forse sì, in effetti il colore è giallo, ma credo sia dovuto alla “panna”, che a me pare piuttosto una “fonduta di sottilette”; probabilmente è per questa che, a cena già iniziata, i camerieri fanno un secondo giro “di posate”, per portarci i cucchiai, nonostante nessuno abbia ordinato zuppe!

    Seduto anche questa volta a capotavola, ho tutti gli occhi su di me, curiosi e preoccupati a un tempo per la mia reazione alla prima forchettata; deglutisco, e, alla richiesta di commentare, tutto ciò che posso dire è “commestibile”. Cosa davvero rara per me, lascio quasi tutto nel piatto.

    Mi consolo con un po’ di “bruschetta” avanzata dagli antipasti: in realtà è una focaccia con sopra dei pezzetti di pomodoro fresco tagliati a cubetti, ma non basta a pulirmi la bocca; del piatto della mia vicina, un buon taglio di agnello che ho invidiato per tutto il tempo, rimangono dei succulenti avanzi che sono la mia salvezza.

    Nonostante le ottime presentazioni autocelebrative, non ho avuto coraggio di chiedere il dolce. In compenso, ho promesso di cucinare prossimamente una carbonara come si deve ai miei commensali: chi sa se la odieranno o l’ameranno, e, nel caso, se potranno più tornare a mangiare la loro “regular carbonara”?

    A tutti gli amici e soci del Carbonara Club, in conclusione, non posso che sconsigliare vivamente la terra dei canguri per escursioni culinarie in cerca del nostro piatto preferito; la vostra sensibilità potrebbe essere messa a dura prova, anche solo notando nel piatto del vostro vicino, così simile al vostro, dei pezzetti difficilmente identificabili che fortunatamente vi sembra di non avere: si tratta di pollo, è una “chicken carbonara” (dove, si badi, anche qui il pollo non si sostituisce ad un altro ingrediente: si aggiunge!).

    In casi (e luoghi) come questo, l’eterna tensione tra ortodossia ed eresia, tradizione ed innovazione, implode sotto il peso dell’evidenza, infiammando i nostri sentimenti più reazionari.

     

    TAVOLA SINOTTICA

    Carbonara vs Carbonara australiana

    spaghetti o mezzemaniche – libera scelta tra spaghetti, tagliatelle e tortellini (!)
    guanciale (o pancetta) – pancetta
    uova – uova?
    pecorino – parmigiano (su richiesta)
    pepe nero – assente
    non previsto – panna (sottilette?)
    non previsto – aglio
    non previsto – cipolle verdi
    non previsto – peperoncino
    non previsto – pollo (eventualmente, per una versione “rinforzata”)