• Andare al cinema? Smetto quando voglio…

    * * * NOTA PER I LETTORI: Questo post contiene alcune anticipazioni relativamente ad alcuni dei film menzionati; niente che si meriti l’appellativo di spoiler, ma, qualora siate particolarmente delicati, siete stati avvertiti! * * *

    Come era del tutto prevedibile, momenti di sconforto ci hanno senza dubbio preso allo stomaco di tanto in tanto; anche di immotivati, spesso, magari per il semplice fatto di trovarsi così lontani da casa a cercare di re-inventarsi. E la mia cura ai momenti di umore incerto la conoscono tutti…

    Strano che abbia retto quasi un mese prima di pormi il problema di vedere un film… Ross se ne era portati dietro alcuni, che non conosceva nemmeno, ed un paio si sono rivelati provvidenziali!

    Primo film visto dall’altra parte del mondo, ancorché a casaThe Spectacular Now. I primi dieci minuti già mi avevano catturato, in una premessa che conduce emotivamente al titolo, come un colpo allo stomaco. Descriverlo come un “sentimantale giovanile” (adolescenziale sarebbe un po’ eccessivo) non sarebbe inesatto; a casa nostra l’avremmo banalmente intitolato infilandoci la parola amore da qualche parte, o al limite l’avremmo chiamato col nome dei protagonisti (“Aimee & Sutter”), destinandolo immediatamente alla categoria dei film e sti cazzi… e invece è LO SPETTACOLARE PRESENTE, insomma me cojoni, secondo la proposta dicotomia della vecchia scuola cinematografica (o cinematografara) italiana; ed è davvero spettacolare! (Gabrio, ti garberebbe un monte!) (A tutti: non vedetevi il prossimamente, quello sì che è pieno di irragionevoli spoiler; e, se dovete vederlo doppiato, piuttosto desistete e rimanete almeno con una adeguata “mitologia” al riguardo.)

    Sempre a casa, Damsels in Distress, che avevo già avuto il piacere di vedere al festival di Monaco nel 2012 alla presenza dell’autore, Whit Stillman… è stata una piacevolissima riscoperta, meriterebbe anche solo per l’elogio degli luoghi comuni e delle frasi fatte (affiancandosi in questo a Tra le nuvole). Lo consiglio a tutti quelli che non disprezzano i film un po’ “parlati” e le commedie di ragazze.

    Ma, diciamoci la verità, l’esperienza in una sala cinematografica non la batte nessuna visione da casa.

    Primo film visto al cinema dall’altra parte del mondo l’ultimo Robocop; ed anche il primo visto con gli occhiali, ritirati appena il giorno prima della partenza per Down Under. E queste sono le cose più interessanti che ho da dire sul film. Di positivo, comunque, il fatto che mi abbia fatto conoscere la catena di sale cinematografiche HOYTS, di cui ho ben presto preso la tessera.

    Allo stesso cinema, Vampire Academy, anche e forse meglio noto come “They Suck at School”, la scritta che troneggia sulla locandina, lasciando in secondo piano il titolo; una sorta di incrocio tra Harry Potter e Buffy l’ammazzavampiri, che, visti i miei pregressi adolescenziali, che non nascondo né rinnego, ho potuto comunque apprezzare. Certo, per una volta la posizione è stata piuttosto particolare: la ragazza che mi ha venduto il biglietto aveva cercato di avvisarmi di qualcosa, ma parlava australiano ed evidentemente io non ero ancora sufficientemente rodato… Insomma, ho visto il film sdraiato su un “bean bag”, quella sorta di gigantesco “cuscino” che vedete in foto, a mio avviso non esattamente comodissimo (specie se si vuole vedere il film con gli occhiali). Ma le coppie di teenager sembravano apprezzare…

    HOYTS, comunque, offre una programmazione commerciale e piuttosto ridotta, così, per cambiare, sono andato a scoprire il Cinema Nova. Quando ci vado passo davanti al ristorante dove lavora Ross, ma non mi affaccio per non far sembrare che lei perda tempo in chiacchiere con dei brutti ceffi che non richiedono nemmeno la carta…

    Purtroppo Ross non è potuta venire con me a vedere Tracks; ispirato alla vera storia di Robyn Davidson, che nel 1977 attraversò a piedi l’Australia, da Alice Springs fino all’Oceano Indiano, con solo il cane e un gruppo di cammelli; cosa avrebbe pensato della protagonista, incapace di stare ferma in un sol posto?

    The Lego Movie all’aperto, alle serate ancora estive presso il Royal Botanic Garden (amici italiani, ricordatevi che qui il Capo di Stato è la Regina d’Inghilterra, o più precisamente del Regno Unito di Gran Bretagna e Irlanda del Nord); di questo film prima o poi dovrò scrivere più approfonditamente, mi ha lasciato piuttosto indifferente all’inizio per poi convincermi moltissimo sul finale… se solo l’industria cinematografica praticasse quanto vi narra, vivremmo certamente in un mondo molto più giusto ed interessante.

    Una volta che avevo proprio voglia di una scarica di adrenalina, Liam Neeson con Non-Stop mi prometteva molto, invece è appena appena thrilling, ben lontano da un “Taken” in versione alta quota, come speravo…

    Comunque sono presto riuscito a rifarmi con Need for Speed; l’avevo notato appena arrivato in città (dalla locandina), ma l’avevo bollato come l’ennesima “cazzatona di macchine”, l’unico genere che fino a poco fa snobbavo assieme ai cinepanettoni… ma, a parte che Fast & Furious 6 lo raccomando a tutti quelli che studiano regìa, questo film è stato il miglior investimento cinematografico che ho fatto quaggiù. Thirty dollars la prima volta (ho chiesto sorpreso “Thirtheen?”)… e gratis la seconda (grazie alla carta HOYTS, di nuovo sui bean bag): ebbene sì, ho ritenuto di vederlo una seconda volta: nonostante le premesse, gli attori sono magnifici e la scrittura si incastra, come piace a me, dall’inizio alla fine. Poi, certo, un sacco di macchine sfrecciano, volano e esplodono, ma questi sono dettagli. La prima volta, quella dei 30 $, ad ogni modo, costava tanto perché era nella Gold Class dei Village Cinemas, locati nello scintillante Crown, per intenderci l’edificio che ospita il casinò. Appena entro in questa area d’élite, mi controllano il biglietto chiedendomi se desideri guardare il menù… ma, anche se ho pagato un sacco, “I just want to see the movie!”; mi fanno passare, sembrerebbe un po’ dispiaciuti. I posti sono pochi, ma comodissimi: poltrone recrinabili motorizzate e c’è anche un pulsante con cui (ri)chiamare quando si vuole i camerieri, che vi porteranno qualsiasi cosa desideriate “nel momento migliore” (come faranno a saperlo, mi sono chiesto io) e con molta discrezione… se aggiungessero il massaggio ai piedi, non mancherebbe davvero nulla!

    Poi ancora In a World, sul mondo del doppiaggio: alcuni episodi molto graziosi e senza dubbio interessante, ma una regìa più frizzante avrebbe aiutato; The Grand Budapest Hotel, un altro bellissimo film di Anderson (sebbene non il suo capolavoro, secondo me), che alle volte rischia di non essere coinvolgente quando lo stile, ormai così consapevole e sfacciato, travalica di sette o otto misure la narrazione (infatti le parti migliori sono le scene “di azione”, se il termine può per l’occasione calzare)…

    Infine, ieri sera, come sanno alcuni miei amici di Facebook, dopo aver visto il trailer di The Raid 2 ero “in the mood for blood”: potete immaginare la delusione quando, arrivando al cinema con tre quarti d’ora d’anticipo, era già sold out! Oggi lo davano esclusivamente al comodo orario di ora di pranzo, ma per cocciutaggine sono andato lo stesso. Debbo dire che dopo il commento “INVIDIA!” dell’amico Filippo, che mi emancipava anche sul fatto che il primo fosse uno dei migliori film d’azione degli ultimi anni, mi aspettavo probabilmente di più… troppo lungo, specie nella parte iniziale, recupera bene verso la fine, e, di nuovo, anche qui c’è qualche cosa che vale l’intero film: per me, i tre assassini “strani” al soldo del “cattivo”, ovvero a) quella coi martelli che però è sordomuta e ciononostante micidiale (“Hammer Girl”), b) quello che io identificherei il “maniaco del baseball” (nei crediti “Baseball Bat Man”) e infine quello dai coltelli ricurvi; questi in particolare intrattiene, verso la fine del film, un combattimento col protagonista che, se non raggiunge le vette de la “migliore scena di combattimento di tutti i tempi”, ci va quanto meno vicino…

    E questo è tutto, mi pare. (1)

    A parte scherzi, casualmente l’ultimo film che ho visto in Italia, e per di più al cinema, è stato Smetto quando voglio. Di andare al cinema io? Credo di no…

    P.S. (specie per Filippo) Hai visto? Qua passano i trailer nella sala d’attesa… un’altra storia!
    P.S. (specie per babbo) Non ogni film che ho visto è correlato ad un momento di sconforto! 😛

    (1) A dir la verità, questo post riguarda solo proiezioni, per quanto speciali, tutto sommato “ordinarie”: per altre tre proiezioni veramente “straordinarie”, stay tuned!