• Pasqua a St Kilda Beach

    Pasqua atipica dall’altra parte del mondo, ma comunque in ottima compagnia. Nonostante qui sia “public holiday”, mi pare di capire che mediamente non sia sentita come da noi (una volta magari approfondiremo il discorso del cristianesimo per come inteso in loco, per cui la richiesta di chiarimento tra fede cattolica, protestante, ortodossa o evangelica, ad esempio, in realtà rischia solo di mettere in confusione l’interlocutore, che si sente genericamente “cristiano”; e basta).

    Una grande famiglia comunque, di italiani a Melbourne, si è ritrovata a St. Kilda (Beach) per una grigliata autogestita: infatti, dietro supervisione del governo federale immagino, qua si premurano di assicurare ad ogni cittadino il diritto di farsi un BBQ ovunque desideri nel paese, tanto meglio sulla spiaggia… al limite c’è da darsi il turno con altri che abbiano avuto la stessa idea, o puntare ad assicurarsi il posto piò ombreggiato.

    Continuano i racconti di molti di noi, da Nord a Sud, che un lavoro ce l’avevano pure, ma che l’hanno lasciato, per avventura, noia o ormai insofferenza. Probabilmente del tutto spensierati, al BBQ accanto a noi ci sono un sacco di couchsurfer (di nuovo!), tra backpackers e locali, con cui ci rubiamo i bicchieri o giochiamo a freesbee.

    Per tutto il tempo, siamo accerchiati dai gabbiani minacciosi, da temere una svolta a Gli uccelli di Hitchcock da un momento all’altro; quando si fa una certa, come a dire “Insomma, avete mangiato e state qui da quattro ore, ricordatevi dell’ordine di beccata!”, stufi iniziano a lanciarsi direttamente sul tavolo, alle volte riuscendo persino a rubare dei pezzi di carne enormi, per loro immangiabili e dunque eternamente “litigabili”; scene che lasciano il segno, vi assicuro. Per non parlare di Marco, che trova una chiave per imitarli/interpretarli e non la smette più… in particolare nel suo studio d’attore si è reso conto che quando si arrabbiano emettono il loro urlo di battaglia abbassando la testa e guardandosi minacciosamente i piedi. Le risate ve le potete solo immaginare. (Purtroppo stiamo ancora lavorando alla pubblicazione di video, mi premuro per il futuro mettendo qua una frase per aggiungervi un link.)

    Tramonta il sole su Port Phillip Bay (mica è l’oceano, Melbourne sta su una baia!), viene il freddo, raccogliamo tutto (come hanno fatto gli altri che se ne sono già andati: il rispetto della cosa pubblica fa quasi male a noi del Belpaese) e torniamo nella city. La vicinanza permette il paragone con l’amatissima Ostia, quindi diciamo che, quando mi mancherà un riposino alla romana, avrò un valido surrogato. A questo punto so che l’amico Filippo mi direbbe che si vede proprio che sono cresciuto dove il mare non c’è, che non ne capisco niente e che mi piace Ostia (pur chiosando che me lo dice “con affetto”)… per un marello bedduzzo, aspetta solo qualche altro post e immagino l’invidia!

    P.S. Ho notato da subito che un santo “Kilda”, o affine, a me non risultava né suonava plausibile… andando a cercare, trovo che il sobborgo deve il nome al vascello The Lady of St Kilda, che a sua volta lo deve all’isola di St Kilda nelle Ebridi (di nuovo… Scozia!)… che a sua volta lo dovrà a qualcosa che però rimane incerto. Se siete ancora curiosi, date uno sguardo a questo interessante approfondimento sulle origine del nome.

    P.P.S. Per l’immagine principale del post si ringraziano Anna e Lucia, che ci hanno invitato al BBQ e che in realtà fanno anche parte dell’Armata Brancaleone attualmene in “road trip” verso Gold Coast… stay tuned.