• Sorridete, siete da Mr Sorriso!

    È ora di cena quando arriviamo a Narooma, una ridente cittadia che la Lonely Planet descrive grosso modo come adagiata sul ritmo di vita dei pensionati che vi si sono trasferiti a popolarla… e per una volta ci è difficile darle torto.

    In questo Paese, e persino a Melbourne, tutto chiude irragionevolmente presto rispetto a standard europei; fortunatamente troviamo aperto un ristorante italiano che ci accetta come ultimi clienti della serata (viene per un breve momento preso in considerazione un cinese lì accanto, ma, di fronte all’ipotesi di una “separazione” per il desco, il gruppo si ricompatta in un’ottica nazionale). Questo grazioso ristorante è Sorriso!

    Se si escludono i piatti più semplici che possiamo esserci fatti da soli, che possono averci offerto nostri coetanei e connazionali o del repertorio “sughi pronti” (magari appena integrati), mi manca davvero una cucina nostrana appena più elaborata. Io mi prendo degli ottimi spaghetti allo scoglio rosso, Anna e Stefano una pizza (a testa) e Lucia una insalata da cui rubo le olive (greche o meno, a me piacciono sempre).

    La proprietaria è italiana, e, potendole rivolgere le richieste a modo nostro (vino sì, vino no, vino quale*…), mi fa sentire davvero a casa. Si è trasferita da quasi vent’anni, ne conosciamo anche un film che parla un buon italiano, solo senza quella certezza di uno che lo usa tutti i giorni, e ci racconta che, anche se dopo anni sta per tornarci a giorni per un paio di settimane, davvero non le manca.

    Mi piacerebbe un dolce, ma il gruppo ha fretta di rimettersi in viaggio. Crediateci o no, non sappiamo ancora dove dormire stanotte, e forse la fretta non avrà conseguenze soltanto sul mio dessert…

    P.S. Per il titolo di questo post, o meglio per l’ispirazione, si ringrazia Sam Mendes.

    * Ho scelto una bottiglia del più economico bianco solo dopo aver stabilito che Anna sarebbe stata “Bob”.