• L’importanza di chiamar(si) Macquarie

    – Say, have you seen anything of a mean, fresh, kid, about ye big? Answers to the name of Pete.
    – Half of the kids here in this town answer to Pete. Other half don’t answer.

    Questo passaggio tratto da Elliot, il drago invisibile (nella sua versione originale) spiega bene il sentimento che si può provare in Australia cercando di dirgersi verso “Macquaire”: qua infatti pare la metà dei luoghi risponda al nome di Lachlan Macquaire, mentre l’altra metà non risponde affatto.

    Il Maggior Generale Lachlan Macquarie, cavaliere del Molto Onorevole Ordine del Bagno (che detta così suona pure male ma è tutto vero), arrivò a Sidney il 28 dicembre 1809, per diventare il quinto governatore (e l’ultimo autocratico) del Nuovo Galles del Sud quattro giorni dopo, nel per lui certamente glorioso capodanno del 1810.

    Avete presente che Dio disse all’uomo di dare un nome a tutte le cose, e che l’uomo chiamò tutte le cose Giampiero*? Ecco, Mr Macquarie, certamente galvanizzato dall’esperienza eccezionale, a quanto pare decise di comportarsi secondo quelle linee guida: non elencandone che alcune, abbiamo un’isola (Macquarie Island), un fiume (Macquarie River), un porto (Macquarie Harbour), un lago (Lake Macquarie) e una città… indovinate voi come si chiami.

    Oltre alle strade e ai luoghi “minori” in memoria del suo cognome, quando era in vena di variazioni utilizzava il nome di battesimo, ad esempio per un fiume (Lachlan River) o una vallata (Lachlan Valley), o faceva riferimento ai propri parenti: secondo me nessuna della sue creazioni comunque riesce a battere Mrs Macquarie Chair, un belvedere sul porto di Sidney, chiamato appunto “La sedia della signora Macquarie”.

    Noi ci troviamo (trovavamo) soltanto a Port Macquarie, poca cosa in confronto ad altre località col suo nome, ma sono certo sarebbe contento di sapere che lo stiamo ricordando.

     

    P.S. Non si nasconde che questo post, nonostante le riflessioni personali ivi contenute, prenda ispirazione da una più lunga, dettagliata ed esilarante trattazione del “fenomeno” nel bellissimo In un paese bruciato dal sole di Bill Bryson, che vi abbiamo già menzionato.

    P.P.S. Sulla fantasia della toponomastica australiana (e più in generale del Commonwealth) ci ripromettiamo di tornare in un prossimo post. (E Bill come sempre ha già trattato a modo suo anche questo più generale argomento.)

    * Da uno sketch comico italiano di molti anni fa, se la memoria non mi inganna di Natalino Balasso.