• Mad Jack, un poscritto

    Mentre procediamo speditamente nel racconto della relocation (della serie “ironia 3”), non resisto alla ulteriore tentazione di fermarmi ad osservare come il figlio di John “Foul-weather Jack” Byron fosse egli stesso un Byron, com’è naturale; un John, come usa in certi ambienti aristocratici; ma persino un Jack!

    Se per il padre, fantozzi britannico d’altri tempi con nuvoletta privata al seguito, era il tempo ad essere “folle” (foul), a lui bastò esserlo direttamente (mad), in persona.

    Probabilmente la cosa lo aiutò nell’ascesa al ruolo di Capitano del Reggimento di Guardie a Piedi Coldstream di Sua Maestà; nel barcamenarsi in una vita sentimentale burrascosa (al pari sembrerebbe di quella “marittima” del padre); ad acquisire le fortune della seconda moglie, a costo di fare altrettanto col cognome del suocero, per poi sperperarla con allegra rapidità; per infine morire, a soli 35 anni… sgozzandosi, secondo il figlio; di overdose, secondo certi commentatori; o di tubercolosi, secondo altri, più clementi.

    Quando si dice: agnomen omen.

    Ispirando minor simpatia di suo padre, Mad Jack è passato alla storia soprattutto per i più alti risultati raggiunti dalla prole; Lord Byron, di contro, interruppe la tradizione di famiglia e non poté mai vantare di essere in alcun modo un “Jack”.

    Alla faccia sua,
    in buona –e meno buona– compagnia,
    Jack-and-Ross Jack