• Surfers Paradise, il destino nel nome

     

    *** Questo post riprende il racconto della relocation. ***

     

    Ed eccomi di nuovo a Surfers Paradise, per me il migliore angolo della East Coast.

    Questa volta di giorno, i grattacieli mancano di quel fascino aggiuntivo delle luci combinate azzurre che avevo visto transitando in pullman la sera prima, ma sono pur sempre cool (certo più di quelli a Brisbane).

    Ed è proprio nell’essere di tendenza che si è determinato il destino del sobborgo, che cambiò profondamente dal 1 dicembre 1933, quando abbandonò il precedente nome di Elston per l’attuale; di ispirazione semplicemente un albergo: il Surfers Paradise Hotel.

    Al proprietario, Jim Cavill, che promosse l’iniziativa in prima persona, Surfers Paradise deve moltissimo, forse tutto.

    Cavill ricorda, insomma, uno Sean Parker d’altri tempi: “Drop the ‘the’. It’s cleaner.” (1).

    E, cercando un paragone italiano, ve la immaginate oggi Città di castello col vecchio nome di Tiferno? Ecco, la stessa cosa. Anche se mi sa che Surfers Paradise ci ha guadagnato di più…

     

    (1) Riferito a Facebook. Se proprio non vi ricorda nulla, dovreste proprio ripassarvi The Social Network di David Fincher.

     

    * L’immagine di copertina è Gold Coast skyline di Petra (CC BY 2.0). (Per ragioni tecniche, l’immagine originale è stata rimpicciolita.)